Archivio mensile:aprile 2016

Gli incontri organizzati dall’Associazione Elda Cerchiari Necchi dal titolo “POLIEDRICO ITINERARIO”, si svolgono quest’anno in differenti centri culturali milanesi.

In particolare i prossimi quattro appuntamenti – in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Filosofia – si svolgeranno in una delle prestigiose sedi dell’Ateneo: Palazzo Greppi, via Sant’Antonio 10 – Milano.

Curati da Stefano Allovio, professore di Antropologia culturale della Facoltà di Filosofia e da Chiara Rosati, saranno dedicati alle connessioni tra Creatività e Antropologia.

Come scrive Francois Laplantine, l’antropologia culturale non è tanto un sapere sulle identità locali, ma piuttosto un pensiero della relazione. Questo è tanto vero in rapporto alle appartenenze sociali quanto in riferimento ai prodotti culturali, agli artefatti, alle abilità artistiche. Sono le relazioni, le connessioni, le mescolanze e in ultimo gli incontri a generare un terreno fertile dove la creatività umana si sviluppa declinandosi in modo plurale. Per tale motivo occorre idealmente mettersi in viaggio e rinvenire negli angoli di mondo più disparati i frutti impazziti della creatività umana, ovvero i soli frutti possibili delle culture inserite nel flusso della storia.

 Il primo incontro dal titolo Bob Dylan, il “Giuda elettrico” si terrà Mercoledì 6 aprile alle ore 17.

Marco Aime – antropologo, docente di antropologia culturale presso l’Università di Genova e scrittore – ci farà scoprire il lato “rivoluzionario” del cantautore statunitense che negli anni Sessanta sembrò ribaltare la teoria del celebre filosofo della Scuola di Francoforte Theodor Adorno, secondo il quale la musica popolare, era fatta di elementi ripetitivi, banali, privi di originalità, che rimandavano addirittura a un certo primitivismo. Adorno espose le sue teorie proprio negli anni che videro l’esplosione della musica “pop”, colonna sonora di più di una generazione che si affacciava al mondo con idee nuove. Bob Dylan, “il buttafuori di una generazione” come lo ha definito Erri De Luca, fu uno dei principali protagonisti di questo “rinascimento” musicale. Le sue canzoni e il suo percorso artistico mettono però in crisi la visione di Adorno e ci riportano a una riflessione sul tema della “tradizione”.

Ingresso libero.

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